Alberto Parducci

Opera Omnia On Line

MEHARISTI E SAHARIANI

65° ANNIVERSARIO DELLA CONQUISTA DELL'OASI DI CUFRA – 24  GENNAIO 1931

Le oasi di Cufra, situate nell’estremo sud della Libia, rappresentavano un luogo sacro, l’ultimo baluardo della resistenza dei senussiti; il disegno operativo ha avuto esecuzione in 24 giorni, su    itinerari  di oltre 800 chilometri ed è stato eseguito dalle colonne  del T.Col. Maletti  (due Gruppi Sahariani  e una Squadriglia Autoblindo) e del Maggiore Campini ( un Gruppo Sahariano ed una Squadriglia Autoblindo) che hanno lasciato le loro basi gli ultimi di dicembre, la prima da Gialo (Cirenaica), la seconda da Zella e da Uan El Cherbir (Tripolitania), collegandosi il 9 gennaio a Bir Zighen e dirigendosi poi sulle oasi di El Hauari  e di El Haueuiri, ove alle ore 10 del 19 gennaio si scontravano con  una mehalla di 400 uomini di Ebd El Cilil Sef En Nasser, il violento combattimento durato tre ore costringeva il nemico a fuggire verso l’Egitto, in direzione di El Auneat, dopo aver lasciato sul terreno cento morti e altrettanti feriti.

Un nostro Gruppo Sahariano  ha inseguito i fuggitivi per oltre 200 chilometri.

Tra i morti senussiti figurano i due capi Hamed Scariff e  Abd El Hamid Bu Matari, tra  i caduti italiani il Tenente Helzel del I Gruppo  Sahariano della Cirenaica e il Tenente Pipitone, comandante di una Sezione Cammellata.

BULUKBASCI DEI MEHARISTI IN AZIONE – LIBIA 1925

Tempera.

CAMPAGNA DI PACIFICAZIONE DELLA LIBIA - OPERAZIONI SUL 29° PARALLELO- Combattimenti di Taslèmet, Bu Etla, Sedar (Cirenaica) del 20-21 gennaio 1929 durante il ciclo operativo contro la mehalla di Salah bu Creim.

Il Gruppo Squadroni Meharisti del Capitano Paladini, intercettata la mehalla ribelle in ritirata da Taslèmet, la distrusse completamente nei due distinti scontri di Bu Etla e Sedar, lo stesso capo Salah bu Creim cadde sul campo.                                                                                                                          Cartolina -

LE PRIME UNIFORMI E I DISTINTIVI DI GRADO DEI CAMMELLIERI DI AGORDAT (ERITREA)

Gli elementi delle Bande Cammellieri dei Commissariati del Bassopiano Occidentale erano irregolari ma organizzati ed istruiti come i militari del R.C.T.C., vestivano una particolare uniforme ed avevano un’apposita gerarchia,  le qualifiche di grado erano quelle  in uso presso le truppe sudanesi:

UAKIL-OMBASCI (gregario scelto, vice Ombasci) ;  OMBASCI (Muntàz);  SCIAUISC (Bulukbasci); 

SOL-TALIM (Sciumbasci);  MULAZIN-TANI (ex-Sottotenente indigeno).

I distintivi di grado di MULAZIN-TANI: una rosetta d’oro a 12, sulle controspalline sotto pannata in rosso con le cifre C.E.(Colonia Eritrea) ricamate in argento. I Galloni erano tessuti su panno rosso (cm 2 x 17) a losanga, con i lati paralleli alla cucitura delle maniche.

I distintivi di anzianità e di specialità erano portati sulla manica destra  sotto i distintivi di grado o al loro posto: La “Stella di Anzianità “(una ogni due anni di servizio) era in filo dorato sotto pannato in rosso;

la “Cornetta “per i trombettieri in filo dorato su panno rosso;  la “Carabina “per i tiratori scelti infilo dorato su panno rosso. Le armi in dotazione:  Moschetto  ’91 da cavalleria e Pistola  a rotazione mod. ’74 –

 Nel 1912 su richiesta del governo della Tripolitania il nucleo fu inviato in Libia ove operò alcuni mesi (vedere la II tavola, a colori, loro dedicata), i graduati furono trattenuti come istruttori, gli altri elementi  ritornarono in Eritrea, reintegrati negli attivi nuclei di origine. Durante la Campagna Etiopica 1935-36  le Bande dei Commissariati del Bassopiano Occidentale costituirono la Banda del “Gasc e Setit”, nel 1940 furono mobilitate partecipando alla II.GM.

La fascia distintivo degli elementi tratti dalla Banda di Chere  era scozzese, quella degli elementi del Barca e del Barentù (Gasc e Setit) di colore rosso.

Il nucleo dei Cammellieri di Agordat inviati in Tripolitania nel 1912 ebbe invece  i distintivi di grado triangolari, molto svasati, con la qualifica di grado  in uso presso il R.C.T.C., fascia  rossa, turbante bianco, camicione bianco lungo fino al ginocchio, pantaloni bianchi al ginocchio, fasce mollettiere kahi,  talvolta gambali presumibilmente di colore nero, sandali del tipo indigeno, come è testimoniato  dalle diverse  foto del  1912-13 in Libia.

Pubblicato alle pagg. 958-959 del III Volume dell’opera“Armi e Uniformi” (di tutti i tempi e di tutti i paesi) di Vezio  Melegari- Editrice GO.G.ED. (Compagnia Generale Editoriale) 1980- MIlano.

 

I CAMMELLIERI DI AGORDAT – COLONIA ERITREA 1911

I Cammellieri di Agordat furono costituiti nel giugno 1911 con un centinaio di musulmani tratti dalle piccole bande di cammellieri operanti ai confini col Sudan appartenenti ai Commissariati del Bassopiano Orientale (Barentù, Cheren, Barca) nonchè al R.C.T.C..

Nel 1912 su  richiesta del Governo della Tripolitania il nucleo fu inviato in Libia ove operò alcuni mesi.

A Zuara alcuni dei suoi graduati dettero vita allo “Squadrone Cammellieri Corridori” con l'apporto di elementi locali e dal quale in seguito sorsero il 1° e 2° Squadrone Meharisti.

Il reparto fu rimpatriato nell'anno stesso e i suoi elementi reintegrati nei nuclei di origine mentre i graduati istruttori rimasero in Libia.

I Cammellieri Corridori, sempre in prima linea a fianco degli agguerriti Battaglioni Eritrei parteciparono validamente a moltissime operazioni.      Avevano in dotazione anche una mantellina di colore blu scuro, alcuni graduati vestivano la giubba kaki del tipo in uso presso i repar ti nazionali-

Cartolina-

I GRUPPI SAHARIANI -   Il controllo dell'enorme deserto libico fu risolto dagli italiani con la costituzione di Squadroni Meharisti e dei Gruppi Sahariani che agivano in azioni combinate e alternative con mezzi blindati e aerei dando vita a gruppi tattici particolarmente mobili e potenti..   Le operazioni per la riconquista del Fezzan (dicembre 1929-febbraio 1930) e quelle per la riconquista dell' Oasi di Cufra ( 20 dicembre 1930-maggio 1931) portarono alla completa pacificazione della Colonia, i Meharisti dei Gruppi Sahariani furono il fulcro delle colonne.   Il I Gruppo Sahariano “Centrale”fu costituito in Tripolitania nell' aprile 1924, seguito dal II Gruppo Sahariano “Orientale”.   In Tripolitania nacquero anche il III  il 25 luglio 1926, il IV il 1° gennaio 1927, il V il 31 luglio 1929, il VII ( interamente motorizzato) il 15 luglio 1930, seguito il 1° luglio dello stesso anno dal VI.  

cartolina -

L’ARTIGLIERIA CAMMELLATA DEI RAGGRUPPAMENTI SAHARIANI – SEZIONI DA 70 IN APPOGGIO A UN ASSALTO DURANTE LE OPERAZIONI PER LA CONQUISTA DELLE OASI DEL 29° PARALLELO- 1928-        L'artiglieria dei Gruppi Sahariani era dotata di pezzi da montagna da 70 o da 65/17, più raramente  da 75 da campagna che generalmente erano autoportati, ogni Gruppo aveva una sezione mitragliatrici su due armi, con un' arma di riserva, ogni due Gruppi c'era una batteria su quattro pezzi  i cui serventi erano montati su mehara o su dromedari leggeri.    I Gruppi, per ragioni d'impiego, erano talvolta riuniti in Raggruppamenti.    Per il trasporto delle artiglierie ( mitragliatrici, botti, casse per acqua, stazioni R.T. ecc.) erano in uso vari tipi di basti speciali costruiti in Italia, in alcune circostanze era necessario provvedere a qualche loro modifica.

Cartolina.

         

MEHARISTA DEL IV GRUPPO SAHARIANO – 1928                                                      (tempera e acquarello 0,50 x 0,70)

Proprietà del Museo Nazionale dell’Arma di Cavalleria di Pinerolo, esposta nella Sala Coloniale.

Pubblicato in b/n nel depliant- invito “Le Truppe di Colore Italiane nei dipinti di Alberto Parducci” a cura della Galleria “Portici” via S.Stefano 36/d – Bologna per la mostra tenuta dal 16 dicembre 1978 al 4 gennaio 1979,  presentazione di Vittorio Del Giudice.

Stampato in sanguigna  nella pubblicazione dedicata alla XIV Mostra Filatelica, Numismatica  e Iconografica Pisana per il “Convegno Filatelico” del 1-2 giugno 1975-Pisa che ha curato anche la pubblicazione in sanguigna della cartolina e del doppio cartoncino con annullo speciale. 

Pubblicato a pag. 225 del I Volume de “Gli Anni ‘40” Storia Illustrata della Guerra Italiana (opera in quattro volumi)  Ciarrapico Editore Roma-1980 –

Pubblicato in b/n  a pag. 19 del bimestrale “La Voce del Collezionista” (L’Uniforme) n° 3, maggio-giugno 1975 a corollario dell’articolo “XIV Mostra Filatelica,Numismatica e Iconografica Pisana” di Antonio Giachi -                                                                                                                                                               Pubblicato a pag 15 dell’album “Ascari e Dubat”(Truppe Coloniali Italiane) -Ciarrapico Editore 1977

Pubblicato sul quotidiano “L’ADIGE”, sabato 4 agosto 1979, a compendio dell’articolo “Ha tracciato il volto della storia militare” (Parducci al Museo dell’Arma di Cavalleria)

Pubblicato sul quotidiano “Stampa Sera”, martedi 14 agosto 1979, a compendio dell’articolo “ I  <soldatini > del Museo di Cavalleria di Pinerolo” di Piero Zanotto

I Gruppi Sahariani meritarono le seguenti decorazioni allo Stendardo:

--I  GRUPPO –MAVM per i 30 combattimenti sostenuti in venti anni della sua storia, Tripolitania   settembre 1913-20 febbraio 1930

--III GRUPPO –MBVM per le operazioni ri riconquista della Sirtica e della Giofra ed in particolare per i combattimenti di Nufilia, Merduma, Gife,Hon Uaddàn, Zelle, Bir Tegrift ed ancora Nufilia dal 3 gennaio al 3 marzo 1928

--IV GRUPPO MBVM , motivazione è la stessa del III Gruppo.

Cartolina e doppio cartoncino emessi a cura della Filatelica Numismatica Pisana in occasione della manifestazione cui ho partecipato con una mostra personale-

BULUK BASCI DEI MEHARISTI – 1936

Disegno a lapis su carta 0,50x0,70

L’opera originale è al Museo Nazionale dell’Arma di Cavalleria di Pinerolo

Nel 1927 , in seguito ai brillanti risultati ottenuti dallo Squadrone Meharisti del Capitano Vitali, il Comando si convinse dell’opportunità di costituire un Secondo Squadrone Meharisti; in seguito fu formato il “Gruppo Squadroni Meharisti di Frontiera” che dopo aver partecipato all’occupazione di Giarabub fu adibito al controllo del traffico di frontiera.

Nel 1928 le fasce distintivo dei vari reparti avevano i seguenti colori:TRIPOLITANIA 1° Gruppo Sahariano  : rosso; 2° Gruppo Sahariano  : verde; 3° Gruppo Sahariano  : nero; 4° Gruppo Sahariano : azzurro ; CIRENAICA 1° Squadrone Meharisti : nero e rosso a scacchiera; 2° Squadrone Meharisti . nero e  arancione  a scacchi.

Pubblicato a pag. 23 dell’album “Ascari e Dubat”(Truppe Coloniali Italiane),  Ciarrapico Editore 1977 

Pubblicato nel mensile “Diana Armi” n°4, aprile 1990  a compendio della prima parte del mio articolo “Meharisti e Sahariani”

Pubblicato  nella pagina centrale con altri 17 miei lavori sotto il titolo “Studi sulle Truppe Coloniali Italiane” della rivista “Gesto” n° 0. Maggio 1976, direttore artistico Ercole Saviane -

MEHARISTI E SAHARIANI-

I Meharisti ( da mehari, varietà di dromedario veloce) ebbero vita  nel 1912 in Tripolitania con l'apporto di un nucleo di Meharisti Eritrei, rappresentarono la fanteria montata indigena con capacità operative nelle più lontane zone desertiche e costituirono l'ossatura dei Gruppi Sahariani che ebbero peso decisivo nella pacificazione della Libia.

Nella II GM condivisero la sorte delle armi italiane fino alla caduta della Tripolitania -

Opera pubblicata sul mensile “Diana Armi” n° 7 luglio 1997, pag. 7 -

Pubblicata su “Il Reduce d'Africa” n° 4 del giugno 1997 (organo ufficiale dell'A.N.R.R.A, Associazione Nazionale Reduci e Rimpatriati d'Africa) – Milano –
Cartolina -

MEHARISTI  NEL GHIBLI –

OPERA DI PROPRIETA’ DEL DISTRETTO MILITARE PRINCIPALE DI MILANO, ESPOSTA CON ALTRE MIE OPERE NELLA COSIDETTA ”SALETTA PARDUCCI”

I Meharisti erano usi portare la baionetta  ordinaria 1891 o  quella  Mannlicher p.b. appesa al collo tramite un cordone , generalmente dello stesso colore della fascia distintivo, che passava attraverso l’impugnatura  ( tolta la vite superiore) della quale si servivano anche come coltello, in alcuni casi venivano usati  vari tipi di pugnali.

L’armamento era costituito dal fucile  mod. ’91, o dal moschetto da cavalleria mod.’91 o da quello T.S. con baionetta,  le cartucciere erano di varia foggia, contenevano  24 caricatori.

L’equipaggiamento consisteva in due coperte  da campo; un recipiente di pelle di capretto per l’acqua della capacità di 20-30 litri, detto “delu”, un piccolo telone impermeabile  che serviva da abbeveratoio; due bisacce  (cm 86 x 46) di tela per gli indigeni e di cuoio per gli ufficiali con le quali venivano trasportati i viveri, il vestiario e le munizioni ( lo “agreg”), un sacco di pelle di gazzella (mèsued) di forma allungata per riporvi gli oggetti di uso più frequente.

Gli elementi designati alla custodia delle cavalcature portavano un bracciale colorato.

Acquarello in sanguigna 0,35 x 0,50.

MEHARISTI DEI GRUPPI SAHARIANI AI MONTI HARUGI-

CON IL RASTRELLAMENTO DEGLI HARUGI , SI CHIUSE IL CICLO DELLE OPERAZIONE  PER  LA CONQUISTA  DEL FEZZAN –

Ultimate le operazioni, alla fine di marzo fu deciso di riconoscere da

Tagerhi la località di Tummo, sita all’estremo sud del territorio tripolitano di nostra pertinenza, e precisamente oltre il Tropico del Cancro, tra  il 23° e il 22° parallelo (circa 500 km dalla costa).

La costituzione del reparto destinato a compiere la ricognizione, in vista della distanza da percorrere (circa 500 km tra andata e ritorno, in zona completamente desertica), fu oggetto di speciali previdenze.

Il pattuglione partì da Tagerhi il 30 marzo e compì la ricognizione in 6 giorni, fu così raggiunto l’estremo limite del retroterra tripolitano -

Olio su tela 0,50 x 0,70

Proprietà del Distretto Militare Principale di Milano.                                

Opera esposta  nella cosidetta “Saletta Parducci” con altri miei lavori acquistati durante le due mostre personali al Distretto Militare  negli anni 1982 e 1983.

Pubblicata a pag 88 del mensile “Diana Armi” n° 4, aprile 1990 nel titolo che apre la prima parte del mio articolo “Meharisti e Sahariani”-

OASI DI CUFRA – 1931 -                                                                                                                                     La complessa azione per la conquista dell'Oasi di Cufra svoltasi a 900 km dalla costa fu condotta da un Corpo Operativo del Generale Rodolfo Graziani che agì sulle direttrici Agedabia- Gialo-Bir Zighen-Gialo e Uau Kebir-Tazerbo- Cufra (Comandante il Generale Ronchetti, Vice-Comandante il Duca delle Puglie).

Il Raggruppamento Sahariano della Cirenaica del Maggiore Buselli faceva parte della Colonna Principale  Maletti mentre la Colonna Secondaria  Campini era costituita essenzialmente dal Gruppo Sahariano della Tripolitania.

El Giof, l'Oasi principale di Cufra fu occupata il 20 gennaio 1931.

Un L'intero Gruppo Sahariano fu inviato in ricognizione fino a Maaten Bisciara, primo posto d'acqua sulla via del Tibesti.

Opera pubblicata sul mensile “Diana Armi”n° 5, maggio 1990, pag. 53, a compendio della seconda parte mio articolo “Meharisti e Sahariani”-
Pubblicata sul mensile “l’Eco” della Piana Lucchese  n° 7, luglio 2002 nella rubrica “L’angolo della Storia” a coronamento della diciassettesima puntata della mia “Storia delle Truppe Coloniali Italiane” -

Cartolina -

I GRUPPI SAHARIANI - R.C.T.C.DELLA LIBIA -

Fra i numerosi fatti d'arme che coinvolsero i Gruppi Sahariani,  notevoli furono quelli legati al ciclo di operazioni per la riconquista del Fezzan (dicembre 1929- gennaio 1930) effettuata dal Generale Rodolfo Graziani con le Colonne del Duca delle Puglie, Cubeddu e Moramarco i cui nuclei principali erano costituiti da 5 Gruppi Sahariani, 2 Gruppi Irregolari Meharisti e 1 Gruppo Zaptiè Sahariano-                                                                                                                                                  Al termine del ciclo operativo una nostra pattuglia effettuò alla fine di marzo una puntata ai Pozzi di Tumno, estremo limite territoriale, mentre in aprile  un Gruppo Sahariano partito da Zella  si inoltrò attraverso i Monti Harugi fino allora inesplorati.

Pubblicata sul mensile “Diana Armi”n° 4, aprile 2002, pag.6.

Pubblicata sul mensile “Diana Armi” n° 2, febbraio 1980  a compendio del trafiletto “Opere di Alberto Parducci” 

Pubblicata sul mensile “Diana Armi” n° 4, aprile  1990, pag 90, a compendio della prima parte del mio lungo articolo “Meharisti e Sahariani”-

Pubblicata sul mensile “l’Eco” della Piana Lucchese  n° 8, agosto 2002  nella rubrica “L’Angolo della Storia” a coronamento della diciottesima puntata della mia “Storia delle Truppe Coloniali Italiane”-

Cartolina -

MEHARISTI DEL I GRUPPO SAHARIANO IN AZIONE (1929) - RR.CC.TT.CC.. DELLA LIBIA-

I Meharisti nell'imminenza dello scontro a fuoco abbandonavano i  mehara e combattevano come una vera e propria fanteria, ben motivata e agguerrita.

L'Italia deve molto a questi fedelissimi coloniali, punto di forza delle nostre colonne in movimento in quell'immensa ampiezza  degli spazi che caratterizzano il retroterra libico.

In copertina del periodo “Coorte” Italian Military History Journal,Volume I, Iusse 9, Winter 2003 (USA) che annuncia il mio articolo “Askaris, the story of Italian colonial troops”,pagg.10-20-

Opera pubblicata sul mensile “Diana Armi” n° 1 gennaio 2003, pag.133

Pubblicata sul mensile “Diana Armi” n° 4 aprile 1990, pag.88, a compendio della prima puntata del mio lungo articolo  “Meharisti e Sahariani”-

Pubblicata  nella pagina centrale  con altri 17 miei lavori sotto il titolo “Studi sulle Truppe di Colore Italiane” della rivista “Gesto”, n° Zero, maggio 1976, direttore artistico Ercole Saviane -

Cartolina -

MEHARISTI DEL I GRUPPO SARHARIANO DURANTE LE OPERAZIONI RISOLUTIVE A SUD DEL 29° PARALLELO – RR.CC.TT.CC. DELLA LIBIA (1929).

Con la riconquista del retroterra libico i territori della Tripolitania e della Cirenaica vennero fusi e posti alle dipendenze di un unico Governatore , ferma restando la suddivisione  dei RR.CC.TT.CC. Nel 1935 essi furono riuniti in un solo Regio Corpo che assunse la denominazione di Regio Corpo Truppe Coloniali della Libia.

Cartolina -

 

MEHARISTI LIBICI –  RR.CC.TT.CC. DELLA TRIPOLITANIA E DELLA CIRENAICA-

I reparti Meharisti generalmente erano formati da Eritrei (musulmani e cristiano-copti), Somali (delle  colonie francese, inglese, italiana), Abissini (musulmani e cristiano-copti), Arabi  (dello        Yemen, della Cirenaica e della Tripolitania), Sudanesi, Egiziani e Sciamba che convivevano senza problemi e combattevano con estremo valore. Pubblicata sul mensile “Diana Armi” n° 1 gennaio 2003, pag.133

Pubblicata sul mensile “Diana Armi”n° 5 maggio 1990, pag.52, a compendio della seconda e ultima puntata del mio articolo “Meharisti e Sahariani”-

Cartolina -

 

TIPI DI SELLE DA MEHARA

Inchiostro di china  0,45x0,54

Ad ogni mehari, data la diversa costituzione fisica, era scelta un’apposita sella.

Ad ogni animale veniva applicato un numero di matricola segnato a fuoco sul collo o su una delle cosce e lo stesso numero era inciso anche su una targhetta che  era applicata  sugli arcioni della sella tipo “Maklufa” o dietro  la spalliera della sella tipo “Rahla”

In alto a sìnistra : sella “Maklufa”usata in Eritrea e in Cirenaica, pesi kg. 21;  a destra, sella “Rahla” o “Tuareg “usata in Tripolitania e in Cirenaica, peso kg 8

Al centro, a sinistra:  briglia per la sella “Maklufa”;  a destra, briglia per sella “Rahla”

In basso la mitragliatrice Fiat’14 con la relativa custodia su sella adattata , peso del carico kg 100 circa-

Opera originale al Museo Nazionale dell’Arma di Cavalleria di Pinerolo –

Pubblicata sul mensile “Diana Armi n° 4, aprile 1990, pag. 91,  a compendio della prima parte del mio articolo “Meharisti e Sahariani”

Pubblicata  nella pagina centrale con altri 17 miei lavori sotto il titolo “Studi sulle Truppe di Colore Italiane”  della rivista “Gesto” n° 0, maggio 1976, direttore artistico Ercole Saviane.

ZAPTIE’ LIBICO DEI MEHARISTI IN GRANDE UNIFORME- 1928

Tempera

 

R.C.T.C. DELLA LIBIA -1929

ZAPTIE’ MEHARISTA                       

Disegno a lapis su carta 0,35x0,50

Opera originale al Museo Nazionale dell’Arma di Cavalleria a Pinerolo

Pubblicata sul mensile “Diana Armi” n° 4, aprile 1990, pag. 91,  a compendio della prima parte del mio articolo “Meharisti e Sahariani”

Pubblicata a pag.28 dell’album “Ascari e Dubat” (Truppe Coloniali Italiane)  - Ciarrapico Editore 1977.

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